APRILE 2025

QUESTO DIBATTITO SI APRE CON L'ANALISI DEL TESTO "NO MORE FOUND OBJECTS" DI ZARINA MUHAMMAD (THE WHITE PUBE).

RIPORTO UN BREVE RIASSUNTO DEI PUNTI DISCUSSI: IL SAGGIO METTE IN DUBBIO LA VALIDITA' DEL READYMADE AL GIORNO D'OGGI, A CAUSA DELL'UTILIZZO SEMPRE PIU' FREQUENTE DI "COSTELLAZIONI DI OGGETTI" COME COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA, AD ESEMPIO NEI NEGOZI DI MODA. SPIEGA COME L'ARTE SI SIA EVOLUTA NEL TEMPO PER MEZZO DI "INFILTRATI", TENDENZE CHE SMONTAVANO DALL'INTERNO IL SUO STESSO SISTEMA. CONCLUDE DICENDO CHE ORA ANCHE "L'OGGETTO TROVATO" E' STATO ASSORBITO DAL LINGUAGGIO VISIVO DELLA MASSA: SAREBBE QUINDI ARRIVATO IL MOMENTO DI FARE INVERSIONE E AL PIU' PRESTO.

DAL DIBATTITO SONO EMERSE VISIONI DISCORDANTI. ALCUNI PARTECIPANTI SI SONO SCHIERATI CON L'AUTRICE, EVIDENZIANDO LA NECESSITA' DI RADICALIZZARE IL PROPRIO LAVORO ARTISTICO PER PRENDERE LE DISTANZE DAI LINGUAGGI LEGATI AL CONSUMO, COLLEGANDO LE INSTALLAZIONI DI OGGETTI TROVATI AL FENOMENO DI MASSA DELLA VENDITA DI ESPERIENZE: RICREARE UN AMBIENTE, ORGANIZZARE UN EVENTO AL FINE DI PROPORRE UN'ESPERIENZA ESTETICA SUPERFICIALE AL CONSUMATORE. ALTRI INVECE HANNO MESSO IN DISCUSSIONE LA NECESSITA' DI ALLONTANARSI DAI LINGUAGGI UTILIZZATI DALLA SOCIETA' DEI CONSUMI: OGNI LINGUAGGIO E' VALIDO, AFFINCHE' GIUSTIFICATO DALLE NECESSITA' DELL'OPERA E COERENTE CON LE INTENZIONI DELL'ARTISTA. QUASI UNANIMAMENTE SI E' AFFERMATO INOLTRE CHE:

- OGGETTI TROVATO O MENO, NON CI SIA BISOGNO NE NECESSITA' DI "PRODURRE IL NUOVO", CIOE' PRODURRE ARTIGIANALMENTE O COMMISSIONARE IL LAVORO A TERZI, A CAUSA DI UN SENTIMENTO DI DISAGIO CONDIVISO NEI CONFRONTI DELLA QUANTITA' DI OGGETTI ED IMMAGINI SUPERFLUE PRESENTI OGGI.

- CERCARE COSTANTEMENTE UNA FORMA INNOVATIVA PER L'OPERA D'ARTE (TANGIBILE, INTANGIBILE, CON QUESTO MEDIUM PITTOSTO CHE QUELL'ALTRO) SIA ORMAI UNA PRATICA OBSOLETA. "TUTTO E' GIA' STATO FATTO" DA NON INTENDERE COME RINUNCIA ALLA RICERCA MA COME CAMBIO DI ATTEGGIAMENTO: FONDARE IL VALORE DELL'OPERA NON SULLA SUA "NOVITA'" MA PIUTTOSTO SULLA SUA COERENZA, EFFICACIA E FORZA.

AGGIUNGO ALTRE DUE RIFLESSIONI EMERSE:

- RIGUARDO ALL'ARTICOLO 17: L'INEVITABILITA' DELL'IMMAGINE COME UN LIMITE INVALICABILE A CUI L'ARTISTA TENDE UGUALMENTE. QUELLA TENSIONE STESSA VERSO UN RISULTATO IMPOSSIBILE POTREBBE ESSERE VISTA COME L'ESSENZA DEL LAVORO DI RICERCA ARTISTICA. L'OPERA COME UN BRACCIO DISTESO VERSO LA LUNA.

- RIGUARDO A "PRODURRE IL NUOVO": L'OGGETTO TROVATO COME UN RIFIUTO ALLA PRODUZIONE, DAL PUNTO DI VISTA AMBIENTALE (RIUTILIZZARE LO SCARTO) MA ANCHE VISIVO.

THIS DEBATE IS BASED ON THE ANALYSIS OF THE TEXT "NO MORE FOUND OBJECTS" BY ZARINA MUHAMMAD (THE WHITE PUBE).

HERE IS A BRIEF SUMMARY OF THE POINTS DISCUSSED:
THE ESSAY QUESTIONS THE VALIDITY OF THE READYMADE IN TODAY'S CONTEXT, DUE TO THE INCREASINGLY FREQUENT USE OF "CONSTELLATIONS OF OBJECTS" IN ADVERTISING COMMUNICATION, SUCH AS IN FASHION RETAIL STORES. IT EXPLAINS HOW ART HAS EVOLVED OVER TIME THROUGH "DOUBLE AGENTS", "MANCHURIAN CANDIDATES", TRENDS THAT DISMANTLED THE SYSTEM FROM WITHIN. IT CONCLUDES BY STATING THAT EVEN THE "FOUND OBJECT" HAS NOW BEEN ABSORBED BY THE VISUAL LANGUAGE OF THE MASSES—THEREFORE, THE TIME HAS COME TO TURN AWAY, AND URGENTLY SO.

THE DEBATE BROUGHT OUT CONTRASTING VIEWS. SOME PARTICIPANTS ALIGNED WITH THE AUTHOR, EMPHASIZING THE NEED TO RADICALIZE ONE'S ARTISTIC PRACTICE IN ORDER TO DISTANCE THEMSELVES FROM CONSUMER-DRIVEN VISUAL LANGUAGES. THEY CONNECTED INSTALLATIONS MADE OF FOUND OBJECTS TO THE MASS PHENOMENON OF EXPERIENCE-SELLING: RECREATING AN ENVIRONMENT, ORGANIZING AN EVENT TO OFFER TO THE CONSUMER A SUPERFICIAL AESTHETIC EXPERIENCE.
OTHERS, HOWEVER, QUESTIONED THE NECESSITY OF MOVING AWAY FROM THE LANGUAGE USED BY CONSUMER SOCIETY, ARGUING THAT ANY LANGUAGE IS VALID AS LONG AS IT IS JUSTIFIED BY THE NEEDS OF THE WORK AND CONSISTENT WITH THE ARTIST'S INTENT.
IT WAS ALSO ALMOST UNANIMOUSLY AGREED THAT:

WHETHER FOUND OR NOT, THERE IS NO NEED TO "PRODUCE NEW THINGS"—THAT IS, TO HANDCRAFT OR OUTSOURCE THE PRODUCTION OF ARTWORKS—DUE TO A SHARED DISCOMFORT REGARDING THE OVERABUNDANCE OF OBJECTS AND SUPERFLUOUS IMAGES IN TODAY'S WORLD.

THE CONSTANT SEARCH FOR AN INNOVATIVE FORM FOR THE ARTWORK (TANGIBLE OR INTANGIBLE, USING THIS MEDIUM RATHER THAN THAT ONE) IS NOW CONSIDERED AN OBSOLETE PRACTICE. "EVERYTHING HAS ALREADY BEEN DONE" IS NOT TO BE UNDERSTOOD AS A RENUNCIATION OF RESEARCH, BUT RATHER AS A SHIFT IN ATTITUDE: BASING THE VALUE OF THE WORK NOT ON ITS "NEWNESS," BUT ON ITS CONSISTENCY, EFFECTIVENESS, AND POWER.

TWO ADDITIONAL REFLECTIONS ALSO EMERGED:

REGARDING ARTICLE 17: THE INEVITABILITY OF THE IMAGE AS AN INSURMOUNTABLE LIMIT THAT THE ARTIST IS NONETHELESS DRAWN TOWARD. THIS VERY TENSION TOWARD AN IMPOSSIBLE RESULT COULD BE SEEN AS THE ESSENCE OF ARTISTIC RESEARCH. THE ARTWORK AS AN OUTSTRETCHED ARM TOWARD THE MOON.

REGARDING "PRODUCING NEW THINGS": THE FOUND OBJECT AS A REFUSAL OF PRODUCTION—NOT ONLY FROM AN ENVIRONMENTAL PERSPECTIVE (REUSING WASTE), BUT ALSO A VISUAL ONE.

APRILE 2025

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